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Ampliamento Stalla e Fienile

Si tratta dell’ampliamento di una stalla risalente agli anni novanta, composta di un corpo unico in calcestruzzo al piano terra e due soprastanti fienili gemelli in legno con struttura in acciaio.
L’estrema visibilità del complesso, posto a quota 1400 sul costone di Casamazzagno, sopra la chiesa di San Leonardo, suggerisce una particolare attenzione all’inserimento paesaggistico dell’ampliamento.
Il progetto sceglie di lavorare con la dissimmetria e gioca sulla reintepretazione delle griglie lignee dei ballatoi degli antichi tabié per dissimulare uno dei due fienili gemelli, creandogli intorno verso valle un involucro aereo che amplia la stalla al piano terra e ospita una serra per preriscaldare l’aria dell’essicatoio del fieno al piano superiore.

Recupero di un tabià ad agriturismo

Questo tabié si trova sui prati a Sto de Prà, un piccolo nucleo di fienili sotto Costa di San Nicolò, in una felice posizione molto soleggiata.
L’intervento consiste in una consulenza generale sulla sistemazione distributiva e strutturale, sulla scelta dei materiali, delle finiture e degli arredi.
L’antico tabié in blockbau porta sul colmo il millesimo 1870. Già oggetto di un precedente intervento di consolidamento, il manufatto viene ristrutturato per ospitare un agriturismo: nella soffitta si trovano le camere, la sala da pranzo viene ricavata nel fienile, cucina e servizi al piano della stalla.
La struttura originale, con la tipica doppia colonna centrale, viene mantenuta, i solai esistenti rinforzati. Una grande vetrata illumina la sala da pranzo, dalla quale si gode di uno splendido panorama attraverso i varchi ricavati nel blockbau.

Orti alti a Padova, agricoltura urbana come strategia di recupero

Nel quadrante ovest della città, in un’ampia area servita dalla tangenziale, esiste uno straordinario complesso di architettura contemporanea progettato da Giuseppe Davanzo alla fine degli anni Sessanta, un tempo destinato a Foro Boario ed oggi quasi completamente inutilizzato e in attesa di un nuova funzione. Viene proposta una prima strategia di recupero dell’area a partire dalla installazione di un complesso di orti urbani sulle coperture modulari degli edifici. Il progetto sfrutta la particolare morfologia dell’architettura per produrre cibo a km zero, energia da fonti rinnovabili, spazi di socialità.
Un’idea di Carlo Bettio (Orto a Quadretti) presentata alla rassegna Salone del Gusto – Terra Madre organizzata da Slow Food a Torino nel 2012.

house CP.11

L’edificio è stato realizzato a più riprese tra gli anni Cinquanta e Settanta con materiali e tecniche costruttive e strutturali tipici dell’epoca.

 

I volumi sono stati ricomposti con la demolizione degli sbalzi esterni e una semplificazione volumetrica generale. I volumi demoliti e quelli nuovi sono stati ricomposti in un unico corpo di fabbrica sul retro del fabbricato, in continuità, con affaccio verso il giardino. Le bucature sono state accorpate e unificate con un colore più scuro al cornicione esistente.

 

Dai due appartamenti iniziali si è ricavata un’unica residenza: la zona giorno è al piano terra, aperta verso il giardino, e la zona notte al primo piano, in continuità con un grande terrazzo. La spazio giorno è pensato come un contenitore semplice e prezioso, fluido tra le parti che lo compongono: ingresso, scala,’living’, cucina e portico. Il vano scala è composto da volumi semplice rivestiti in pietra che si intersecano; un soffitto curvo ne accompagna il percorso con due grandi oblò che diffondo uno luce naturale e l’altro artificiale.

 

Luce e plasticità trasformano il volume da disimpegno a raccordo e stimolo percettivo. Pietra di Prun e basaltina, finite con superfici opache e naturali, sono utilizzate per la realizzazione della pavimentazione degli spazi giorno, dei corridoi e delle scale. Gli arredi sono integrati all’architettura dello spazio: le armadiature della zona giorno sono realizzate su misura, il camino diviene volume funzionale fulcro della sala living e la cucina si sviluppa come corpo più basso all’interno dello spazio giorno. La complessità delle bucature del nuovo volume valorizza le prospettive, fissando il rapporto con il giardino in base alle funzioni e alle cortine edilizie.

house FB.10

Il progetto riguarda l’attico, il grande terrazzo, gli spazi comuni e, parzialmente, gli spazi esterni di un condominio riorganizzato in due grandi appartamenti che affaccia su di un’arteria centrale di Abano Terme.

 

Attraverso un cancello realizzato in lastre di acciaio corten si accede ad un sottoportico e ad un cortile pavimentati con blocchi di trachite euganea e pietra d’Istria dal disegno geometrico e con tre tipi diversi di finitura superficiale.

 

Superato il primo livello, la scalinata costituisce il primo spazio dell’appartamento ricercato nel disegno e con ampia apertura verso il terrazzo. Lo spazio ‘living’ entra nei terrazzi attraverso le grandi vetrate; un soffitto articolato in cartongesso e specchio maschera alcune strutture portanti in metallo aggiunte per ampliare il salone e ingloba gli impianti.

 

Accanto al soggiorno, un gioco di specchi a soffitto valorizza il blocco dell’ascensore; il rivestimento con legno laccato, vetro e superfici luminose integra lo spazio della cucina con quello del living, inglobando le porte scorrevoli in vetro.

 

L’uso di mobili integrati alla struttura permette di valorizzare lo spazio e la luminosità delle stanze dell’attico. La sistemazione del terrazzo con un pergolato metallico irregolare produce un effetto “scatola” che invita a connettere lo spazio interno e quello esterno, filtrando la presenza dei fabbricati limitrofi.

house CC.10

L’appartamento è organizzato su due livelli ed è inserito all’interno del chiostro di un convento risalente al Cinquecento. A seguito di un intervento di recupero successivo al secondo dopoguerra, esso presentava uno spazio interno modificato con scarsa leggibilità della struttura originaria. L’intervento ha restituito importanza allo spazio centrale, già corridoio di accesso alle celle delle monache.

Il progetto ha rispettato la tripartizione originaria dell’edificio, riequilibrando le nuove aperture che negli anni si erano venite a creare. La tripartizione dello spazio con travi principali di spina e segni sottili in cartongesso per ospitare l’illuminazione, viene ripresa a terra con le direzioni di posa del pavimento in legno. La scala che troncava il corridoio originario è celata da una pannellatura in legno dipinto di bianco sul quale è stato collocato un quadro di dimensione significativa.

La semplificazione e la riqualificazione degli elementi architettonici permette di ricomporre la qualità dello spazio storico, oggi molto più leggibile e chiaro. Sono stati scelti arredi fissi a scomparsa ed elementi radianti eleganti nel disegno. L’attenta progettazione dei singoli arredi e la trama di posa dei rivestimenti valorizzano la spazialità dell’appartamento. Nella zona notte, posta al piano superiore, lo sbiancamento delle travi in legno, parzialmente sostituite nel tempo, aumenta la luminosità degli spazi del sottotetto e fa risaltare le pareti attrezzate e i nuovi rivestimenti.